Workshop Scritture del tragico
Giuseppe (28 articles)
Share

Workshop Scritture del tragico

Workshop a cura del docente Carlo Fanelli

Docente del corso DAMS dell’Università della Calabria

Il lavoro si svilupperà in due momenti, nei quali la scrittura del tragico sarà affrontata da un punto di vista della pratica drammaturgica, nel tentativo di mettere in crisi il “canone” e individuare scritture che vadano incontro ai nuovi linguaggi del teatro.

Oggetto del lavoro sarà quello di osservare la tragedia nelle sue istanze congiunte alla classicità e, per questa via, ripensare il tragico, come una spora del corpo-tragedia e osservarlo nella sua dimensione contemporanea. L’intento sarà quello di osservare i due contesti e comprendere se è possibile separarli. Sarà necessaria una riflesione sullo statuto della tragedia e della sua prassi scenica millenaria, cercando di comprendere se l’iconicità di alcuni temi e figure può ancora dialogare col presente; e se il tragico può essere pensato come un ordinamento filosofico ed estetico non necessariamente espresso dalla tragedia classica, ma declinarsi in forme spettacolari che incarnino i linguaggi del “teatro vivente”.

In relazione a questi, si comprenderà quali scritture sono ancora possibili nella relazione fra tragedia (classica) e tragico (contemporaneo), laddove nel “teatro vivente” la parola cade nella sua valenza espressiva, segnica, performativa.

Si mostra necessario, infine, comprendere quali immagini e immaginari riverberano e abitano la penetrazione del tragico nelle configurazioni del reale e, per questa via, raggiungere una “forma” che ne declini istanze e necessità.

A chi è rivolto il workshop

Il workshop intende formare attori e si rivolge a chiunque sia interessato allo studio e alla pratica della recitazione teatrale.

Età: 18 – 85 anni

Organizzazione e orari lezioni

Le lezioni (9 ore in tutto) si svolgeranno  presso il Foyer Teatro Francesco Cilea di Reggio Calabria con i seguenti orari:

-Venerdì 8 aprile ore 15-19

-Sabato 9 aprile ore 9 – 13

Iscrizione

Per iscriversi è necessario compilare e inviare

-modulo di iscrizione

-copia del documento d’identità e codice fiscale

La documentazione potrà essere inviata all’indirizzo e-mail calabriadietrolequinte@gmail.com  o con consegna a mano previo appuntamento telefonico al 347.2786180.

È possibile iscriversi entro il 10 marzo 2022.

L’iscrizione è da considerarsi valida solo al momento della ricezione di tutta la documentazione.

Quota di iscrizione

Gratuita fino ad esaurimento posti

SCHEDA D’ISCRIZIONE MASTERCLASS FAMAG

CARLO FANELLI

insegna presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria. È docente di Drammaturgia e Organizzazione ed economia dello spettacolo (Corso di Studi Triennale in Comunicazione e DAMS), Teorie del teatro e della performance (Laurea Magistrale in DAMS Cinema Fotografia Performance), Storia del teatro e della danza (Laurea Magistrale in DAMS e Storia dell’arte. Organizzazione e teoria delle arti, della musica e del teatro).

I suoi interessi di studio e ricerca vertono principalmente sulla cultura teatrale italiana del Rinascimento. Su tale ambito di ricerca ha pubblicato diversi saggi nei quali oggetto d’indagine sono i rapporti tra la drammaturgia del primo Cinquecento e manierista e la retorica classica. Quanto posto in analisi è, infatti, l’apporto normativo, da un punto di vista drammaturgico oltre che della messinscena, fornito dalle regole dell’eloquenza di Cicerone e Quintiliano, unitamente ai precetti della poetica e della retorica aristotelica. Inserita all’interno del “dispositivo” socio-culturale e antropologico cortigiano, la retorica si impone come nucleo regolistico anche per il teatro. Installata nella logica autoriflessiva del teatro di corte della prima metà del Cinquecento, la retorica, quale strumento prescrittivo ed eticizzante, è in seguito messa in crisi da esperienze “eversive” come quelle di Pietro Aretino e di Ruzante e poi superata, in età manieristica, da autori come Giordano Bruno la cui esperienza teatrale è suggestionata dalle teorie filosofiche e scientifiche coeve. Infine, riconvocata in sede tragica da drammaturghi come Trissino, Giraldi Cinzio e Sperone Speroni, la retorica diviene il fondamento normativo ed etico della pedagogia e dell’esperienza teatrale dei Gesuiti.

L’indagine sul rapporto tra retorica e teatro costituisce una prima fase di un progetto di ricerca più ampio sull’estetica teatrale del Rinascimento che è continuato contemplando la relazione fra gli sviluppi del teatro tardo-rinascimentale e le coeve filosofie della natura, specie in area meridionale e che approderà nel confronto tra retorica, letteratura, arti figurative, teatro e filosofia.

Le ricerche svolte e in corso sul teatro rinascimentale incrociano riflessioni sulla contemporaneità. Gli sviluppi teorici dell’ambito retorico, infatti, si coniugano con una più ampia prospettiva analitica riservata alla figura e all’esperienza dell’attore nel passaggio dall’epoca moderna a quella contemporanea. La ricerca prosegue, infatti, scandagliando la progressiva irruzione dell’immagine nel teatro contemporaneo, della rappresentazione e dell’utilizzo del corpo come soggetto narrativo e oggetto estetico. Il corpo si fa espressione comprimaria della parola scritta imponendo un differente allontanamento dalle dinamiche della scrittura, ridefinendo dal profondo l’estetica teatrale contemporanea. Da tale prospettiva, e da quella già introdotta sul concetto di visione, muove una osservazione analitica della riconsiderazione del tragico e della tragedia nel “teatro vivente”, nei suoi aspetti performativi e ricettivi-percettivi, e l’analisi dello spettacolo non come decodifica di un messaggio dato in un codice univoco e comune ai due protagonisti della “relazione” teatrale, ma come esperienza personale e ri-creativa da parte di entrambi in un contesto performativo, nel quale la percezione diventa protagonista nel processo di partecipazione attiva alla messinscena. In tale contesto è in corso uno studio approfondito sulla Socìetas Raffaello Sanzio e Romeo Castellucci che rappresenta, in ambito internazionale, un punto di eccellenza di tali dinamiche della ricerca teatrale.